Marcello Fonte, chi era costui? Da adesso lo sanno tutti: è il piccolo grande attore che è stato premiato a Cannes per la straordinaria interpretazione di Dogman, il film di Matteo Garrone: film durissimo con però quell’oncia di poesia che ne fa un gran film.
E molto deve, Dogman, proprio a Marcello Fonte, il protagonista dolente e sfortunato che viene vessato dal cattivissimo di turno (che è poi un altro bravissimo attore, Edoardo Pesce). Fonte riesce a dare al suo personaggio tutta la complessità che Garrone evidentemente chiedeva, non trattandosi del semplice “buono” o del “matto” ma di un insieme stratificato di personalità che si alternano e si fondono lungo il racconto.
Non sappiamo se il nostro Marcello si sia ispirato a qualche interpretazione del passato. Ma a noi ha associato il ricordo di un gigante del cinema di tanti decenni fa, Peter Lorre, grandioso interprete di M-Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang, o di certi “cattivi” del noir francese degli anni ’40, o per altri versi ancora del Dustin Hoffman di Un uomo da marciapiede: piccolo, brutto, scuro, con una voce “stonata” ma a suo modo gentile, con due grandi occhi neri che non sai a cosa pensano, che cosa sognano.
Ecco, Marcello Fonte dà al cinema italiano una chances ulteriore al nostro cinema per ritornare fra i grandi paesi della settima arte, e per questo va ringraziato.