“L’innovazione va governata con il lavoro di cittadinanza: fermare la tecnologia è assurdo, ma è tempo di affrontare i costi della perdita di impiego. Dobbiamo rivoluzionare il nostro welfare e la risposta non è una rendita universale ma il lavoro di cittadinanza”.
Lo dice l’ex premier Matteo Renzi in un colloquio con il Messaggero. Nel viaggio in California, aggiunge ho “preso appunti” in vista dell’appuntamento al Lingotto, quando “apriremo i cantieri sul programma: il Pd deve far notizia per le cose che propone e noi di idee ne abbiamo tante, ma siamo aperti al contributo di tutti”.
La questione di fondo, secondo l’ez premier, è come sostenere un sistema di protezione a chi resta fuori dal processo di innovazione. “Fermare il progresso e la tecnologia o pensare di rallentare è assurdo”. “Le invenzioni, dalla stampa all’automobile, hanno avuto sempre ricadute sociali. Compito della politica e’ ora affrontare i problemi che derivano dalla rivoluzione digitale e i costi in termini di perdita di posti di lavoro”.
“Ma contesto la risposta grillina al problema. Garantire uno stipendio a tutti non risponde all’articolo 1 della nostra Costituzione che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non e’ solo stipendio, ma anche dignita’. I reddito di cittadinanza nega il primo articolo della nostra Costituzione”, invece “serve un lavoro di cittadinanza”.
Quanto alla tassa sui colossi del web, Renzi dice che “Dobbiamo intervenire, ma non possiamo farlo da soli, aspettiamo dall’Europa e dall’Ocse una proposta che possiamo condividere insieme senza creare nuovi squilibri”.