Il 26 maggio sarà un’importante test elettorale. Le elezioni europee stabiliranno i rapporti di forza in Europa, con l’elezione dei parlamentari europei, e al contempo saranno una cartina di tornasole per i partiti nazionali, che misureranno il proprio peso elettorale a poco più di un anno di distanza dalle politiche del 2018. Ma nello stesso giorno si rinnoveranno le amministrazioni di poco meno di 4.000 comuni e il consiglio regionale del Piemonte. Una tornata elettorale molto importante.
I comuni capoluogo al voto
Sono ventisei i comuni capoluogo di provincia chiamati al voto il 26 maggio con eventuale ballottaggio il 9 giugno, mentre rinnoveranno i propri consigli comunali in date differenti Caltanissetta (primo turno il 28 aprile, ballottaggio il 12 maggio), Cagliari, Sassari (primo turno 16 giugno) e Reggio Calabria (in autunno).
Ecco l’elenco: Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Bergamo, Biella, Campobasso, Cesena, Cremona, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Perugia, Pesaro, Pescara, Potenza, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Urbino, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia. Tra questi, sei sono anche capoluogo di regione: Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza.
Election day e scrutinio
La data scelta per le amministrative coincide con le elezioni europee e con le regionali in Piemonte. Si voterà il 26 maggio, in un’unica giornata dalle ore 7.00 alle 23.00. L’eventuale ballottaggio si terrà due settimane dopo: domenica 9 giugno.
Lo scrutinio inizierà immediatamente dopo la chiusura dei seggi per le elezioni europee. Per quanto riguarda le amministrative si procederà allo scrutinio solo lunedì 27, tranne nelle città piemontesi dove lo scrutinio delle amministrative sarà effettuato dopo lo scrutinio di europee e regionali.
Come si vota
La legge elettorale che disciplina le elezioni comunali in Italia suddivide i comuni in due tipologie: comuni superiori ai quindicimila abitanti e comuni inferiori ai quindicimila abitanti (in Sicilia il tetto è invece dei diecimila abitanti). I sistemi elettorali sono comunque simili, cambiano alcuni dettagli specifici riguardanti le preferenze, il voto disgiunto e il ballottaggio. Nei comuni superiori, il candidato che al primo turno ottiene la maggioranza assoluta dei voti (quindi il 50% più uno) viene eletto sindaco.
La soglia è invece del 40% nei comuni siciliani. Se nessuno raggiunge la maggioranza assoluta si va al ballottaggio tra i due candidati più votati. Nei comuni superiori l’elettore può votare per il candidato sindaco, per la lista dei candidati e può esprimere due preferenze. Il candidato sindaco è collegato a una lista o a una coalizione.
È permesso anche il voto disgiunto. Per quanto riguarda le liste, a quelle della coalizione del sindaco eletto vengono assegnati almeno tre quinti dei seggi, con una soglia di sbarramento al 3%. E’ prevista la possibilità di esprimere una doppia preferenza, ma dovranno essere espressi un uomo e una donna.
Comuni al voto
Ascoli Piceno
Da dieci anni la città marchigiana è guidata dal sindaco di centrodestra Guido Castelli, che non potrà ricandidarsi. Saranno in sette a contendersi l’elezione a sindaco. Il centrosinistra ha scelto Pietro Frenquellucci, sostenuto da Pd e da tre liste civiche. Nella coalizione presenti Articolo 1-MDP e il Partito Socialista. Il centrodestra si schiera con due candidati. Marco Fioravanti di Fratelli d’Italia è il candidato sostenuto dal partito guidato da Giorgia Meloni, dalla Lega e da parti di Forza Italia. La coalizione può contare su ben dieci liste a sostegno.
Anche il forzista Piero Celani (sindaco della città dal 1999 al 2009 e poi presidente della provincia dal 2009 al 2014) ha deciso di candidarsi con sei liste a sostegno. Il M5s schiera invece Massimo Tamburri. Completano il quadro i civici Alberto Di Mattia, Emidio Nardini e il candidato di CasaPound Giorgio Ferretti. Vista la divisione del centrodestra difficilmente ci sarà un vincitore al primo turno. I favori del pronostico vanno al centrodestra che governa la città dal 1999.
Avellino
Nella città campana si torna al voto dopo un anno. Nelle elezioni amministrative del 2018 i cittadini avellinesi diedero fiducia al candidato del M5s Vincenzo Ciampi che però è stato sfiduciato dopo pochi mesi lo scorso novembre. Saranno sette a sfidarsi per contendersi la poltrona di sindaco. L’ottava candidatura quella di Damiano Genovese è stata esclusa dalla competizione per problemi con le firme, ma a breve si pronuncerà il Tar che potrebbe confermare l’esclusione o riammettere Genovese nella partita.
Il Pd schiera Luca Cipriano che oltre il sostegno dei dem potrà contare su altre quattro liste di supporto. Sempre in area centrosinistra si candida Gianluca Festa con il sostegno di due civiche. Mentre Amalio Santoro avrà il sostegno di una lista che racchiude Possibile, Sinistra Italiana e Rifondazione. Il M5s schiera il vicesindaco uscente (dopo soli 5 mesi di amministrazione) Ferdinando Picariello.
Diviso anche il centrodestra con la Lega a sostegno della candidatura di Biancamaria D’Agostino, mentre Forza Italia, Fratelli d’Italia e UdC a sostegno di Dino Preziosi. Completa il quadro il civico Massimo Passaro. Viste le divisioni negli schieramenti quasi certo il ballottaggio.
Bari
Nel capoluogo della regione Puglia saranno sei a contendersi la poltrona di sindaco. Il centrosinistra candida il sindaco uscente e presidente dell’Anci Antonio Decaro che potrà contare su undici liste a sostegno tra cui Pd, Mdp-Articolo 1 e Italia in Comune. Il centrodestra unito sarà a sostegno di Pasquale Di Rella che potrà contare sull’appoggio di nove liste. Il M5s schiera Elisabetta Pani.
Il sindacalista Sabino De Razza sarà sostenuto da una lista civica che aggrega varie anime della sinistra. Completano il quadro i civici Irma Melini (ex di Forza Italia) e Francesco Corallo. Dal 2004 la città è guidata dal centrosinistra e i sondaggi vedono Decaro accreditato di una percentuale variabile tra il 40 e il 53%. Il sindaco uscente è favorito, ma guardando i sondaggi probabilmente non riuscirà a vincere al primo turno.
Bergamo
A Bergamo è corsa a quattro. Il centrosinistra schiera il sindaco uscente Giorgio Gori sostenuto da cinque liste tra cui Pd e +Europa. Il centrodestra ha scelto il leghista Giacomo Stucchi, ex presidente del Copasir, che può contare su quattro liste in appoggio con i tre partiti della coalizione (Lega, Fd’I e Fi) e una civica. Il M5s in extremis è riuscito a raccogliere le firme necessarie e presentare la candidatura. La scelta è ricaduta su Nicholas Anesa.
Il quarto candidato è Francesco Macario espressione della sinistra. I sondaggi danno il sindaco uscente Giorgio Gori vicino alla soglia del 50%. Staccati gli altri, ma potrebbe essere decisivi, a svantaggio di Gori, i voti conquistati da Macario che porterebbero il centrosinistra al ballottaggio.
Biella
Nel capoluogo di provincia piemontese sono cinque i candidati sindaco. Cerca la riconferma il sindaco uscente di centrosinistra Marco Cavicchioli. Sostenuto da Pd e da altre tre liste civiche dovrà vedersela con l’attuale sindaco di Cossato Claudio Corradino, che è appoggiato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e da una lista civica. Corradino in questi giorni è nell’occhio del ciclone per le immagini che lo vedono inginocchiarsi e baciare la mano al vicepremier Matteo Salvini.
Altro candidato è Dino Gentile, che di Biella è stato sindaco dal 2009 al 2014 e che nelle precedenti elezioni venne sconfitto da Cavicchioli. A suo sostegno quattro liste civiche. Il M5s schiera Giovanni Rinaldi, mentre Alessandro Pizzi potrà contare sull’appoggio di una lista ambientalista. Non essendoci sondaggi attendibili l’ipotesi è di un ballottaggio, bisognerà capire il peso elettorale di Gentile, che potrebbe escludere il candidato del centrodestra dalla partita.
Campobasso
Saranno in cinque a contendersi la fascia tricolore. Prova a conquistare il secondo mandato il sindaco uscente Antonio Battista appoggiato dal centrosinistra unito (Partito Democratico, La Sinistra, Centro Democratico-Italia in Comune). A sfidarlo Maria Domenica D’Alessandro candidata del centrodestra, che avrà cinque liste a supporto. Per il M5s, che alle politiche conquistò in città il 46,36% dei voti, Roberto Gravina, già candidato sindaco nel 2014.
Completano la rosa dei candidati Orlando Iannotti del Movimento dei Forconi e Paola Liberanome, che guiderà la lista civica Io Amo Campobasso. Nessun sondaggio disponibile, difficilmente ci sarà un’elezione al primo turno.
Cesena
Dopo due mandati il centrosinistra non potrà schierare il sindaco uscente Paolo Lucchi. Saranno in sette a contendersi la poltrona da lui occupata. Il centrosinistra candida l’ex parlamentare Enzo Lattuca sostenuto da Partito Democratico, Articolo 1-MDP, Popolari per Cesena, Pri, Cesena 2024. Il centrodestra è compatto in appoggio all’imprenditore Andrea Rossi, che oltre ai tre partiti della coalizione può contare sull’appoggio del Popolo della Famiglia e della civica Cambiamo. Il M5s candida Claudio Capponcini.
Presente anche il candidato di CasaPound Antonio Barzanti. Cesena in comune candida il verde Davide Fabbri. Completano la rosa i civici Vittorio Valletta e Luca Capacci. Il centrosinistra nelle ultime due tornate elettorali con Paolo Lucchi ha vinto al primo turno. Difficile ripetersi, più probabile un ballottaggio con il centrodestra, anche se non sono stati effettuati sondaggi.
Cremona
Nella città lombarda cerca la riconferma il sindaco uscente Gianluca Galimberti. L’attuale primo cittadino potrà contare sull’appoggio di sei liste con in testa il Partito democratico. Altri due candidati provengono dall’area politica della sinistra: Francesca Berardi con l’appoggio di una lista civica e Alberto Madoglio per Alternativa comunista.
La scelta del centrodestra unito è ricaduta su Carlo Malvezzi, mentre il M5s ha scelto Luca Nolli. Per CasaPound corre Diego Ratti. Completa la lista il civico Ferruccio Giovetti. Nessun sondaggio è stato realizzato, ma sembra probabile un ballottaggio tra Galimberti e Malvezzi.
Ferrara
Nella città emiliana il centrosinistra dovrà fare a meno del sindaco uscente Tiziano Tagliani, che dopo due mandati non è più candidabile. Otto sono gli sfidanti. Il Pd ha scelto Aldo Modonesi che oltre ai dem potrà contare sull’appoggio di tre liste civiche. Il centrodestra ha puntato sul leghista Alan Fabbri. Per il M5s la scelta è ricaduta su Tommaso Mantovani.
Della partita sarà anche Roberta Fusari appoggiato da due civiche e da +Europa. Italia in COmune ha scelto di correre da sola con Alberto Bova. Saranno della partita anche i civici Francesco Rendine, Giorgio Massini e Andrea Firrincieli. L’ultimo sondaggio è datato (luglio 2018), ma viste i risultati delle politiche la partita per il centrosinistra è molto ardua.
Firenze
Nel capoluogo della regione Toscana il sindaco uscente Dario Nardella cerca la riconferma. Sostenuto dal Pd, +Europa e da altre quattro liste civiche Nardella punta all’elezione al primo turno. A sfidarlo saranno in otto. A sinistra si candida Antonella Bundu, che gode del sostegno Articoli1-MDP, Possibile, Rifondazione Comunista, Possibile, Diem25, Sinistra Italiana e Potere al Popolo, per un totale di tre liste.
Altri tre candidati provengono dal mondo della sinistra: i verdi schierano Andres Lasso, il partito comunista Gabriele Giacomelli, infine Mustafa Watte con una civica. Il centrodestra è unito e schiera Ubaldo Bocci, mentre alla sua destra CasaPound propone Saverio Di Giulio. Per il M5s la scelta è ricaduta su Roberto De Blasi. Completa le candidature il civico Fabrizio Valleri. I sondaggi realizzati favoriscono Nardella che viene accreditato di una percentuale abbondantemente sopra il 50% (52/56%).
Foggia
A Foggia cerca la riconferma il sindaco uscente di centrodestra Franco Landella. Cinque anni fa la spuntò al ballottaggio per soli 300 voti e il 26 maggio proverà a continuare la sua esperienza con il supporto di sette liste. Due le defezioni nel centrodestra con Giuseppe Mainiero, ex Fratelli d’Italia che correrà per conto proprio come civico, e l’ex forzista Giuseppe Pertosa che ha deciso di candidarsi in autonomia.
Per il centrosinistra il candidato unitario che può contare sul sostegno di sei liste è Pippo Cavaliere. Candidato per il M5s è Giovanni Quarato. Non essendo stati effettuati sondaggi è difficile fare una previsione, ma quasi sicuramente si andrà al ballottaggio.
Forlì
A Forlì il sindaco uscente di centrosinistra ha deciso di non ricandidarsi, nonostante il successo al primo turno del 2014. Saranno in cinque a contendersi il ruolo di sindaco. Il Pd ha scelto Giorgio Calderoni, con la coalizione di centrosinistra che potrà contare anche sull’appoggio di Articolo 1-MDP, Verdi e alcune liste civiche. A sinistra si candida Veronica San Vicente, con una lista che al suo interno presenta esponenti di Rifondazione, Sinistra Italiana e del movimento Diem25.
Il centrodestra compatto ha deciso di puntare su Gian Luca Zattini, che può contare sull’appoggio di cinque liste. Il M5s schiera l’attuale consigliere comunale Daniele Vergini. Il quinto candidato è il centrista Marco Ravaioli, assessore uscente, che corre per la lista civica “Forlì SiCura”. L’unico sondaggio effettuato mostra la necessità di un ballottaggio. Calderoni e Zattini sarebbero entrambi tra il 35 e il 40%.
Lecce
La città salentina torna al voto dopo due anni. Il sindaco di centrosinistra Carlo Salvemini aveva vinto il ballottaggio, ma le liste di centrodestra avevano raggiunto il 52% al primo turno. Quindi il sindaco non aveva una maggioranza ed è stato costretto alle dimissioni. Proverà a conquistare di nuovo la fascia tricolore appoggiato da Pd, Udc e da liste civiche. La sinistra, invece, punta su Mario Fiorella, appoggiato dalla lista Sinistra in comune.
Si presenterà divisa anche la destra Saverio Congedo che avrà l’appoggio oltre che di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, anche del partito di estrema destra CasaPound. Si aggiungono alla coalizione parecchie liste civiche. Altra candidata di destra è Adriana Poli Bortone, già sindaca della città dal 1998 al 2007 e ministra nel primo governo Berlusconi. A suo sostegno cinque liste. Il M5s schiera Arturo Baglivo. Difficile pensare che qualcuno possa vincere al primo turno, sembra scontato che si vada verso un ballottaggio. Capire chi si sfiderà, però, è difficile.
Livorno
Dopo unsolo mandato il sindaco grillino Filippo Nogarin ha deciso di non ricandidarsi, scappando dal rischio di un voto sul suo operato e riparandosi dietro la candidatura per le Europee. Saranno in nove a contendersi la sua poltrona. Il M5s ha scelto il vicesindaco della giunta Nogarin, Stella Sorgente. Nella galassia grillina ha deciso di candidarsi anche l’ex assessore Ina Dhimgjini con la civica Livorno a Misura. Il centrosinistra punta su Luca Salvetti appoggiato da un’ampia coalizione che intorno al Partito Democratico vede schierati MDP, la lista civica del candidato (Casa Livorno) e la lista Futuro.
La sinistra radicale non ha accolto l’invito a sostenere Salvetti insieme al Pd e si è frantumata in più pezzi: correrà Marco Bruciati sostenuto da Potere al Popolo e dalla civica Buongiorno Livorno, Livorno in Comune (area Pizzarotti) con Carina Vitulano, Per Livorno Insieme con Barbara La Comba mentre Marco Cannito potrà contare sull’appoggio di Città Diversa. Corre compatto il centrodestra, che dopo un lungo braccio di ferro ha scelto il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Andrea Romiti. L’ultimo sondaggio è datato, ma pare inevitabile il ballottaggio (anche se resta da capire quale dei tre poli principali ne resterà fuori)
Modena
Dopo cinque anni di amministrazione il sindaco uscente di Modena Gian Carlo Muzzarelli tenterà il bis. A sostenerlo cinque liste (Partito Democratico, +Modena, Sinistra per Modena, Verdi, Modena Solidale). Il centrodestra ha scelto Stefano Prampolini sostenuto da quattro liste. Saranno della partita due candidate civici, una di centrosinistra e una di centrodestra.
Carolina Coriani è candidata con il sostegno della civica di sinistra Modena Volta Pagina, mentre nel centrodestra Cinzia Franchini avrà il supporto della lista Modena Ora che sarà sostenuta anche da Grande Nord, movimento nato da una costola della Lega in disappunto con la svolta nazionalistica di Salvini. Il M5s ha scelto Andrea Giordani. Saranno della partita poi Luca Ghelfi per Identità e Azione e Sergio Celloni per Giustizia Ordine Libertà. I sondaggi, datati, mostrano che molto probabilmente andranno al ballottaggio Muzzarelli per il centrosinistra e Prampolini per il centrodestra.
Pavia
Situazione complicata nel capoluogo lombardo. Il sindaco uscente Massimo Depaoli si ricandida, ma non avrà il supporto del centrosinistra con cui aveva conquistato la vittoria cinque anni fa. Il Pd al suo posto ha scelto di puntare sull’assessore all’Ambiente Ilaria Cristiani come propria candidata che sarà sostenuta anche da +Europa e da una civica vicina a Articolo1-Mdp. Sempre nel centrosinistra altri due sono i candidati sindaco: Stefano Spagoni per Italia in comune e Paolo Cattaneo per Rifondazione.
Il centrodestra ha scelto il leghista Fabrizio Fracassi, nonostante Fratelli d’Italia e Forza Italia avessero già espresso i propri candidati alla fine l’accordo è stato trovato. Il M5s ha scelto come candidato Vincenzo Nicolaio. I sondaggi danno il centrodestra in vantaggio, ma probabilmente non riuscirà a conquistare la città al primo turno. Dunque si dovrebbe prospettare un ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra.
Perugia
Dopo aver strappato la città nel 2014 al centrosinistra, Andrea Romizi cerca il bis. Il sindaco uscente potrà contare su otto liste a suo sostegno con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia in prima fila. A sfidarlo saranno in nove. Tenterà di riconquistare la città il centrosinistra che con Giuliano Giubilei ha messo in campo una coalizione larga forte di quattro liste. All’interno della coalizione oltre al Pd faranno parte Articolo1-Mdp, Socialisti e centristi. Sempre a sinistra sarà candidato con due civiche Marco Mandarini, così come Giordano Stella candidato per Alternativa verde.
Ci sarà anche Italia in comune, che ha scelto di candidare l’ex ministra nei governi D’Alema e Amato Katia Bellillo. C’è poi la candidata del M5s Francesca Tizi, e Antonio Ribecco per CasaPound. Completano la decade di candidati i civici Cristina Rosetti e Carmine Camicia. Anche se non ci sono sondaggi a cui appigliarsi sembra si prospetti un ballottaggio tra Romizi e Giubilei.
Pesaro
Saranno in cinque a contendere la riconferma del sindaco Matteo Ricci. Dopo il netto successo al primo turno del 2014, preso più del 60% dei voti, Ricci con l’appoggio del Pd e di altre cinque liste proverà a bissare il successo di cinque anni fa. Non faranno parte della coalizione di centrosinistra le liste a sostegno di Nicola Gianelli (Fuori Centro Sinistra Verde Solidale), Francesco Scavolini (Servire Pesaro Insieme) e Claudio Nigosanti (Comunisti per Pesaro). Il M5s correrà con Francesca Frenquellucci, mentre il centrodestra unito ha puntato su Nicola Baiocchi che potrà contare sul supporto di cinque liste.
Il favorito è il sindaco uscente Ricci, anche se rispetto all’elezione di cinque anni fa il clima politico è cambiato. Bisognerà capire se riuscirà a passare al primo turno come nel 2014 o avrà bisogno del ballottaggio.
Pescara
Saranno in otto a contendersi lo scranno di Marco Alessandrini che ha deciso di non candidarsi per un secondo mandato. Il Pd ha deciso di puntare sull’ex assessore regionale Marinella Sclocco, che potrà contare sull’appoggio di tre liste. Nel centrosinistra correrà con una sua lista anche l’ex assessore Gianni Teodoro, e poi ci sarà anche la presenza di Carlo Costantini, ex deputato dell’Italia dei Valori e candidato governatore del centrosinistra nel 2008, che avrà l’appoggio di tre liste. Sempre a sinistra c’è la candidatura di Stefano Civitarese. Il M5s ha scelto di puntare su Erika Alessandrini. Unito il centrodestra a sostegno di Carlo Masci, che potrà contare sul supporto di sei liste.
Completano il quadro Gianluca Baldini, che correrà per Riconquistare l’Italia e Mirko Iacomelli per CasaPound. Non essendo stati effettuati sondaggi ci si può basare sulle elezioni regionali di febbraio dove il centrodestra ha conquistato il 42,9% (cinque punti sotto il dato regionale), il centrosinistra il 34,1% e il M5s il 22,8%. Partendo da questi dati si può ipotizzare un ballottaggio centrodestra/centrosinistra anche se la frammentazione nel centrosinistra potrebbe favorire il M5s.
Potenza
Cinque i candidati si sfideranno. Non ci sarà il sindaco uscente che riuscì a strappare al centrosinistra la città al ballottaggio, ma che non ha mai avuto la maggioranza in consiglio comunale e ha avuto bisogno di accordi per portare a termine il mandato. Saranno tre i candidati di centrosinistra. Il centrosinistra ha scelto Bianca Andretta di Articolo1-Mdp sostenuta da Pd, +Europa e da due liste civiche. Ci sarà poi nel centrosinistra Valerio Tramutoli con due liste di supporto e Giuseppe Ferraro con una.
Nel centrodestra è stato scelto Mario Guarente che gode dell’appoggio di cinque liste. Mentre il M5s punta su Marco Falconieri. Anche per Potenza ci rifacciamo alle recenti regionali dove il centrodestra ha conquistato 40,5%, seguito dal centrosinistra con il 30,6% e il Movimento 5 Stelle con il 19,5%. Sembra si vada verso un ballottaggio centrodestra/centrosinistra, con M5s e sinistra aghi della bilancia.
Prato
Dopo aver riconquistato la città per il centrosinistra, Matteo Biffoni cerca il bis. Supportato da cinque liste (Pd, Lista civica Biffoni, Sport, Demos e + Europa) proverà a ripetere il risultato di cinque anni fa quando riuscì a vincere al primo turno. Nove saranno i candidati a contendergli la riconferma. La coalizione più corposa a sfidarlo è quella di centrodestra con quattro liste in appoggio di Daniele Spada. Molta la frammentazione sia a destra che a sinistra. A sinistra correranno: Roberto Lido Daghini con la lista Comunisti pratesi, Enrico Zanieri del Partito Comunista, Mirco Rocchi con Prato in comune.
A destra invece Emilio Paradiso per la Lega Toscana, Aldo Milone con Prato Libera e Sicura e Marilena Garnier che correrà supportata dalle liste Per Prato e Cittadini Pratesi. Sempre a destra c’è poi la candidatura di Massimo Nigro per Forza Nuova. Mentre il M5s, dopo la defezione di Antonella Leone, ha scelto Carmine Maioriello. Non essendoci sondaggi difficile fare delle previsioni. Sicuramente i favori del pronostico vanno a Biffoni, bisogna capire se riuscirà a scongiurare il ballottaggio o no.
Reggio Emilia
Il sindaco uscente Luca Vecchi cerca la riconferma. Con l’appoggio di sei liste di centrosinistra il primo cittadino uscente proverà a vincere la partita al primo turno come nel 2014. Il rivale più accreditato è il candidato di centrodestra Roberto Salati appoggiato dalle tre liste della coalizione. C’è poi Rossella Ognibene per il M5s. A sinistra c’è anche la candidatura di Daniele Codeluppi per Italia in comune, che può contare anche sul sostegno di Rifondazione, Potere al Popolo e Sinistra Italiana.
Completa la lista Cinzia Rubertelli con Alleanza Civica. Senza sondaggi a supporto il favorito rimane Vecchi, in una città storicamente di centrosinistra. Cinque anni fa riuscì a vincere al primo turno, ma oggi la partita appare più complicata.
Rovigo
Nella città veneta saranno elezioni anticipate dopo che l’ex sindaco, il leghista Massimo Bergamin, è stato sfiduciato per la defezione di sei consiglieri di maggioranza. Saranno in sette a contendersi la poltrona di sindaco. Il centrosinistra ha scelto Edoardo Gaffeo sostenuto da Pd e due liste civiche. Il centrodestra prova a riconquistare la città con la leghista Monica Gambardella che avrà in appoggio sei liste, tra cui Obiettivo Rovigo che nel 2015 riuscì a conquistare oltre il 15% dei voti con il proprio candidato.
Non saranno nella coalizione di centrodestra Ezio Conchi che si candida con due civiche e Antonio Gianni Saccardin per Moderati di Centro-Presenza Cristiana. Sarà della partita anche Silvia Menon con il supporto di tre liste civiche e il candidato di CasaPound Marco Venuto. Il M5s dopo un confronto nel meetup locale ha scelto vigile del fuoco Mattia Maniezzo. La frammentazione e l’assenza di sondaggi rendono difficili le previsioni. Nel 2015 la candidata che raccolse il maggior consenso conquistò solo il 24% dei voti, questo fa intuire quanto difficile sia una previsione.
Urbino
Saranno cinque i candidati che si contenderanno la fascia di sindaco. Il centrodestra con Maurizio Gambini nel 2014 è riuscita a strappare la città al centrosinistra e il sindaco uscente cerca la riconferma con l’appoggio di quattro liste. Il Pd schiera Mario Rosati che potrà contare oltre che sull’appoggio dei dem su due civiche. A sinistra si candida l’ex sindaco Giorgio Londei (dal 1980 al 1993) con l’appoggio di quattro liste civiche.
Sempre a sinistra si candida Donato Demeli con l’appoggio di Sinistra per Urbino-Articolo 1-MDP. Infine per il M5s si candida Gabriele Lauricella. L’unico sondaggio disponibile è quello effettuato dalla pagina Facebook Open Urbino, con un campione di 700 cittadini residenti a Urbino contattati a campione. Il risultato vede Gambini al 31,5%, seguito da Londei al 27,4% e da Rosati con il 21,8%. Più staccati invece gli altri due candidati Demeli al 4,9% e Lauricella al 3,2%. Viste le modalità il sondaggio non ha propriamente valore scientifico, ma mostra come il ballottaggio sia quasi certo.
Verbania
La città attualmente è governata dal centrosinistra con Silvia Marchionini che cercherà di conquistare un secondo mandato. Le elezioni nella città piemontese saranno accoppiate oltre che con le europee con le elezioni regionali. Per la sindaca uscente oltre che del Pd avrà anche l’appoggio di due liste civiche. Altre due saranno i candidati di sinistra con Vladimiro Di Gregorio per il Partito comunista italiano e Renato Brignone per Una Verbania Possibile. Il centrodestra schiera compatto Giandomenico Albertella con l’appoggio di quattro liste.
A destra si candida anche Loredana Brizio, con l’appoggio di Grande Nord movimento nato da una costola della Lega in aperto contrasto con la linea politica di Matteo Salvini e che avrà l’appoggio anche della lista Verbania Nova. Il M5s schiera Roberto Campana. Completa la lista il civico Patrich Rabaini. Senza nessun sondaggio disponibile è difficile fare previsioni, anche se un ballottaggio fra la sindaca uscente e il candidato di centrodestra Albertella pare altamente probabile.
Vercelli
Come per Verbania anche a Vercelli si voterà in concomitanza con europee e regionale. E sempre come Verbania saranno sei che contenderanno lo scranno alla sindaca uscente di centrosinistra Maura Forte che sarà appoggiata da tre liste. Non farà parte della coalizione +Europa che appoggerà Federico Bodo, così come la sinistra che con la lista Vercelli democratica appoggia Giacomo Ferrari.
Il centrodestra candida l’ex sindaco (2004-2014) Andrea Corsaro, mentre non farà parte della coalizione di Corsaro Roberto Scheda, ex senatore e assessore ai Lavori Pubblici che sarà il candidato delle liste civiche Voltiamo Pagina e Uniti si Vince. Il M5s candida Michelangelo Catricalà. Altro candidato è il civico Alberto Perfumo. Quasi certamente ci sarà bisogno di un ballottaggio, le compagini di centrodestra e centrosinistra sono molto frammentate e i candidati di Pd e centrodestra potrebbero perdere i voti che gli permetterebbero di vincere al primo turno.
Vibo Valentia
Nella città calabrese si voterà con un anno di anticipo dopo le dimissioni in blocco dei consiglieri che hanno portato alla fine anticipata della giunta di centrodestra guidata da Elio Costa. Saranno quattro a sfidarsi per la fascia tricolore. Appoggiato da sei liste e con una coalizione civica abbastanza trasversale il centrosinistra schiera Stefano Luciano. Il centrodestra schiera invece l’ex assessore alle attività Produttive Maria Limardo, che potrà contare sull’appoggio di ben otto liste.
Non ci sarà la Lega nella coalizione, il partito di Salvini non correrà nelle elezioni vibonesi. Il M5s ha scelto di puntare su Domenico Santoro. Il quartetto di candidati è completato da Francesco Belsito che corre con Fare! il movimento fondato dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Nessun sondaggio è stato realizzato, ma la possibilità di un ballottaggio è abbastanza plausibile, anche se i favori del pronostico vanno alla candidata di centrodestra Maria Limardo.