Di quelli che hanno un futuro dietro alle spalle. Non c’è bisogno di scomodare Kant per superare il pregiudizio del tempo. C’è chi guarda il domani in faccia e chi gli dà le spalle, occhi allo specchietto retrovisore. Sarà questa la nuova postura di Silvio Berlusconi che, dopo un’estate detox al centro Chenot , con i suoi 81 anni (il 29 settembre) e i suoi ritrovati 70 chili, si rimette a surfare sulle onde del destino. D’altra parte il valore aggiunto cinematografico di Silvio è grande: come il Michael Caine di Paolo Sorrentino in Youth è facile immaginarlo in accappatoio bianco e ciabattine girovagare nel giardino botanico del centro benessere di Merano. Insomma, Silvio c’è, ancora una volta e per sempre? Ne abbiamo parlato con Giovanni Orsina, politologo, professore di storia contemporanea alla Luiss di Roma, ma soprattutto grande osservatore del berlusconismo e del centrodestra.
Berlusconi smagrito e in grande spolvero alla convention di Fiuggi: è un ritorno al futuro?
Diciamo che Silvio c’è e c’è sempre stato: non dimentichiamoci che è stato per 25 anni un player indiscusso nel gioco politico. E’ stato furbo: ha avuto la capacità di inabissarsi quando era necessario farsi dimenticare e poi ha ritrovato il momento giusto per riemergere.
Dà lui le carte nel centrodestra?
Non necessariamente: non sappiamo se Forza Italia e Lega saranno insieme, bastava ascoltare i discorsi di Salvini e il suo per capire quanto poco fossero convergenti. Se poi per tentare di agganciare il premio al 40% si metteranno insieme ad ora non è possibile dirlo: in questo momento marciano divisi. Tutto si capirà nei prossimi mesi, dal clima del Paese, dai sondaggi, è tutto aperto.
Quanto sposta B. in termini di voti?
Il suo tesoretto vale dal 5 al 7%. Il suo valore aggiunto è che chi non vuole votare Grillo o Salvini ha davanti Berlusconi o Renzi e che il segretario del Pd appare oggi indebolito tanto quanto il leader di Forza Italia sembra rinvigorito. E’ molto facile passare da elemento di opportunità a caprio espiatorio, anche Berlusconi ha avuto il suo momento di fragilità: ha avuto la capacità di andare sott’acqua e ora è riemerso.
Con abiti da statista?
L’età da questo punto di vista gioca a suo favore, sfrutta l’esperienza e la maturità per far dimenticare le gaffes, il passato a luci rosse, poi però dice: resto un birichino,eh.
Che gioco fa?
Gioca a poker invece che a asso pigliatutto: ha capito che non è più lui il centro dell’universo e punta al 15/20%. Punta a contarsi, a pesare. Non a fare il premier: sa che le regole del gioco sono diverse e che non si è più in due ma in quattro. E allora si mette al tavolo verde e si gioca la partita, gli basta una doppia coppia, non vuole più il banco.
E’ tornato nelle case degli italiani, sul divano delle famiglie: la pensione alle mamme, la cura degli amici a quattro zampe.
Da uomo d’azienda sa bene che l’ elettorato è tutto segmentato e che le logiche da usare sono quelle del marketing: devi avere sei o sette tipi di detersivi diversi, perché c’è chi vuole il bucato bianchissimo, chi morbidissimo, chi profumatissimo. Il problema della politica italiana è che è tutta “smarmellata” per dirla alla Boris.
E’ un padre che ha divorato i figli: il delfino azzurro non c’è.
La seconda generazione di Forza Italia non è mai nata, lui si è mangiato tutti. A Fiuggi Tajani ha chiaramente detto che il leader è Silvio, segando le gambe a tutte le altre ambizioni. Il partito di Silvio è sempre suo, personale, solo che lui ha cambiato modo di fare politica.
Ha dato della meteorina a Di Maio, molto Emilio Fede.
Era chiaramente una battuta di chi può permettersi di dire: sono 25 anni che sto qui, torna a giocare al parco.